lunedì 13 febbraio 2012

Rubrica "Esseri pensanti" : Calabresi - Cosa tiene accese le stelle


Oggi voglio inaugurare una nuova rubrica che mi fa piacere chiamare "Esseri pensanti" (o dell'arte di metterci in discussione).
A volte può capitare che ce lo dimentichiamo (di essere pensanti) e tendiamo a cadere in un relax che lascia addormentare quell'unico organo veramente importante di cui troppo poco ci curiamo, il cervello. 
Ecco, questa rubrica serve a ricordarcelo, a tenere in esercizio l'organo, e (nelle mie speranze) a incrementare un dibattito sui libri, sulle idee, sui principi. E quale modo migliore che partire da un libro, cibo per la mente??
Io credo che di discussioni serie ne abbiamo disperato bisogno, come ne abbiamo di mettere alla prova la nostra capacità di sostenere delle idee e dei principi su cui non si può (e non si deve) transigere. Troppo spesso invece si smette di discutere ancor prima di iniziare, con la scusa che non si vuol litigare. Ma discutere (anche animatamente) non è sinonimo di litigio! I greci e i latini sulla nobile arte della dialettica hanno costruito e forgiato carattere e storia. E' importante, fondamentale, soprattutto oggi ricominciare a parlare, a scambiarci idee, opinioni, concetti, intrecciare le nobili spade della sfida dialettica, forse bisognerebbe insegnarla persino a scuola. Esprimere idee diverse significa imparare a ragionare sulle scelte e le ragioni dell'altro, comprenderle, ricercarne le radici, per poi metterle in discussione. Significa essere aperti a nuove strade, e cambiare idea se quella dell'altro è migliore della nostra. Significa accettare una sfida ed essere pronti a rendere le armi, con onore, se il caso lo richiede. 
Ci insegnerebbe molto. Soprattutto l'onestà intellettuale, merce rara di questi (tristi) tempi, ma anche il rispetto per l'altro. Ma torniamo al libro di oggi!!!
Perché ho scelto "Cosa tiene accese le stelle" per iniziare questo percorso che mi auguro vorrete condividere con me?
L'ho letto di recente e mi è stato estremamente utile. Si tratta di un libro particolare, né un saggio, né una raccolta di racconti. Credo che raccontare piccole storie di italiani che, come dice il sottotitolo, "non hanno mai smesso di sognare il futuro" sia il giusto approccio per questo momento storico che ottimista, diciamolo, non è per niente. Troppo facile abbandonarsi a piangerci addosso, troppo facile vedere attorno a sé solo tristezza e di-sperazione. Il difficile è raccontare che la speranza c'è, che le possibilità ci sono, che la fatica può portare buoni frutti. Queste storie raccontano questo, che c'è chi tiene accese le stelle, e sono tutte quelle persone che  guardano avanti, con coraggio e con fatica e che (almeno in questi casi) hanno visti ripagati i loro sforzi.
E noi? Come siamo noi? 
Siamo ormai abbattuti da un periodo difficile e ci limitiamo a curare il nostro personale orticello non vedendo via d'uscita o riusciamo (seppur con mille sforzi) a credere nelle nostre capacità, provando ogni giorno a scommettere ancora una volta su quello che davvero vale, noi stessi??!
Ma quanto ci crediamo davvero in noi stessi??? Lascio a voi la parola!





9 commenti:

  1. wow che elegantona la nuova veste grafica!

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    1. Grazie! Felice che ti piaccia!
      In realtà i cambiamenti non sono finiti, solo che procedo a rilento, modificando qui e là quello che non mi soddisfa.

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  2. ...ho letto anch'io il libro e mi è piaciuto tantissimo!
    Io lavoro in un ospedale come tecnico di radiologia e trovo molto difficile adeguarmi ai ritmi di lavoro che ci impongono, dove tutto è calcolato per ottimizzare i tempi ma dove non è previsto il tempo da dedicare alle persone che arrivano impaurite perchè devono affrontare un esame ed hanno paura per l'esito che questo avrà...
    Ma quando, alla fine della mia giornata, ricevo un ringraziamento per un sorriso che ho dato è lo stimolo per continuare...
    Ti auguro una bella giornata piena di sorrisi

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    1. a titolo personale, ti sono grata per ogni sorriso che regalerai, per ogni stretta di mano, per ogni abbraccio. Ti ringrazio come se lo avessi fatto a me.
      Tu racconti un aspetto della speranza, che chiunque l'abbia vissuta sulla propria pelle o di un congiunto almeno una volta nella vita, non riesce più a dimenticare. Grazie!

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  3. Caspita che argomentone, mi piace però! Coltivare il proprio "orticello" è già molto (c'è chi non fa neppure quello) ma non basta, specialmente oggi che il mondo è piccolo e le cose cambiano velocemente, bisogna imparare a collaborare e a interagire con l'altro..insomma a privilegiare la relazione e le persone, piuttosto che le cose ed il denaro..Lo so che è difficile, è come nuotare contro corrente quando si sa appena galleggiare, ma ci si può provare! Un abbraccio e buon San Valentino!
    Carmen

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    1. INSIEME tante cose diventano possibili, questa è una delle mie certezze!

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  4. ...bellissima questa tua nuova rubrica...se avessi un blog...ti copierei subito l'idea!!!!!(:D :D)...riguardo alla domanda che ci poni... credo che " coltivare il proprio orticello" con passione e consapevolezza, sia alla base di qualsiasi " azione" o inter-azione col mondo e quindi con l'altro...viviamo momenti certamente molto difficili che esigono scelte urgenti e coraggiose...io credo che l'unica via per uscire da questa impasse sia quella della "decrescita",economica prima di tutto nella quale poco sarà da sacrificare se non di materiale e tanto da guardagnare , tempo prezioso da dedicare a noi stessi ed agli altri. ...grazie ancora di cuore ...ti seguirò <3

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    1. Cara Tania, se tu mi copiassi l'idea non potrei essere che felice! In questo caso non è l'originalità che conta ma le opinioni che si esprimono. E quelle (ci si augura) sono sempre originali! :D

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  5. Io credo che la creatività sia la chiave di volta per cercare di risolvere la crisi in cui navighiamo. Che non è solo crisi economica... naturalmente...
    A presto!
    :-))

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